Attualità e Testimonianza con d.Giampietro 31/07/21

  

Da Famiglia Cristiana del 1 agosto 2021

I disperati invisibili e la nostra indifferenza

di Antonio Mazzi

Il tema dei migranti, dei disperati invisibili, dei morti in mare si fa apocalittico. Tentare di dare statistiche ci aiuta a essere meno generici e più efficaci, proprio nei giorni in cui si affollano le spiagge e le località balneari si gonfiano di turisti. Il numero che ci viene dalla Spagna ci pare terribilmente preciso. Dice che la catastrofe dei desaparecidos ha fatto un balzo del 526% rispetto a un anno fa. E questo ci fa credere che la strage si stia normalizzando. Il numero dei Paesi dell'esodo è arrivato a diciotto e le rotte si sono moltiplicate, da quella atlantica a quella del mare di Alboran, allo stretto di Gibilterra, alla rotta algerina.

Gli arrivi avvengono nei modi più impensati, rischiosi, improvvisati. Non sono solo i barconi più o meno sicuri, che vediamo nel Mediterraneo. Arrivano imbarcazioni impreparate ad affrontare l'oceano, condotte da persone senza esperienza che perdono facilmente la rotta. O meglio, condotte da persone che, trovato qualcosa che assomigliasse a un pezzo di legno, sono salite, solo per scappare, per sperare in una vita migliore, senza un minimo di orientamento.

Fa piangere pensare che perfino l’oceano sia diventato un cimitero. Ma fanno piangere molto di più le innumerevoli morti che si stanno moltiplicando tra le varie etnie, religioni, tribù e territori resi schiavi e disumanizzati, che osserviamo nella totale indifferenza. O tutti lavoriamo per salvare l’Africa e per renderla un continente dignitoso, oppure dovremo accettare l’alluvione umana non di migliaia, ma di milioni di africani. E non si tratta di gente che fugge dal virus, ma di persone che fuggono dai massacri consumati da Governi tirannici, che comandano macellando le persone. 

Non possiamo più accettare gli aiuti che mandiamo sotto forma di beneficenza, di buon cuore e di solidarietà. In Africa dobbiamo finirla di coprire guerriglie permanenti e interessi che trasformano l'uomo in animale da macello. I veri problemi sono anzitutto politici. Solo dopo saranno economici e sociali. Dobbiamo invertire gli interventi ed esigere popoli contenti di stare al mondo, con Governi che riconoscono i loro diritti e la loro dignitosa convivenza. Le organizzazioni nate per questi obiettivi mi domando dove sono e perchè non si decidono ad affrontare dalle "radici" le evasioni. Forse alla parola "civiltà" dobbiamo dare una ripulita e poi rimetterla al posto giusto.

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